A Porta Carini due piloni di pietra d'intaglio fanno da cornice ad un quadro di tendoni multicolori che non permettono al sole di penetrare ma che mantengono, con grosse lampade accese, un'atmosfera soffusa e costante. E' per definizione il mercato del popolo di Palermo, dove trasuda opulenza e magnificenza in un intricato labirinto viario, proprio di un "Suk" orientale. La vita del mercato inizia molto presto, i mercanti piazzano la merce in ceste e cassette per "apparare" la frutta e stipare la verdura. Nelle "putie" la gente si "sofferma, talia, tasta e pattia" per poi comprare. I venditori abbanniano invitando ad acquistare la loro merce. Tra loro gli ambulanti vendono lo "sfincionello" altri "riffano" portando in bella vista un cesto con ogni sorta di mercanzia alimentare. Nel pomeriggio, una grossa "quarara" sobbolle, patate e domestiche sono pronte per essere gustate... Tra le putie ecco che, anche qui, l'arte fa capolino: la splendida facciata barocca della Chiesa dell'Immacolata Concezione o ancora la decorazione musiva del prospetto del panificio Morello. "A pupa ru Capu" è il nome dato dai palermitani all'immagine della bella ragazza raffigurata, vera e propria opera d'arte, una delle tante testimonianze del liberty palermitano. Giungiamo così a piazza Beati Paoli, antica e misteriosa setta di "incappucciati" che, tra il sei e settecento, puniva chi perpetrava soprusi nei confronti dei più deboli, qui un antico chiostro tiene in bella mostra gli agrumi di Sicilia pronti a dissetare gli astanti. Potrei continuare a raccontare tanto altro, ma non voglio fare molta letteratura... vorrei solo invitarvi a vivere questa atmosfera unica ed inebriante!
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