L'eroe intanto attinge acqua e si lava le mani vittoriose; poi, perché la rena ruvida non danneggi il capo irto di serpi della figlia di Forco, l'ammorbidisce con le foglie, la copre
di ramoscelli acquatici e vi depone la faccia di Medusa.
I ramoscelli freschi a ancora vivi ne assorbono nel midollo la forza e a contatto col mostro s'induriscono, assumendo nei bracci e nelle foglie una rigidità mai vista.
Le ninfe del mare riprovano con molti altri ramoscelli e si divertono a vedere che il prodigio si ripete; così li fanno moltiplicare gettandone i semi nel mare.
Ancor oggi i coralli conservano immutata la proprietà d'indurirsi a contatto dell'aria, per cui ciò che nell'acqua era vimine, spuntandone fuori si pietrifica.
METAMORFOSI Ovidio
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